lunedì 31 gennaio 2011

Marzano (PV), scompare un medaglione bronzeo nell'antica cappella cimiteriale della frazione Castel Lambro

Articolo del 31-01-2011, del Giornale La Provincia Pavese, inerente la cappella cimiteriale Neo gotica della nobile famiglia Spizzi di Castel Lambro. Dopo la parziale e per altro discutibile ristrutturazione, scompare un pregievole medaglione bronzeo di un personaggio della famiglia che era incastonato sulla facciata.

Mauro Manfrinato.

sabato 29 gennaio 2011

Nella Provincia di Pavia troppi Beni monumentali vanno in rovina


Articolo dello scrivente tratto dal Giornale La Provincia Pavese, anno 2010, inerente il generale degrado del Patrimonio edilizio antico disseminato nel territorio della Provincia di Pavia.



Mauro Manfrinato.

Marzano (PV), il ponte-canale del Cavo Marocco






Immerso nei boschi di pioppi, sul confine comunale tra Marzano e Torre d'Arese scorre da poco più di due secoli, incanalato tra due poderosi argini di terra, il Canale Marocco Lorini, ultima imponente opera di irrigazione costruita nelle terre del pavese orientale. Nelle immediate vicinanze di Marzano, detto canale irriguo scavalca il fiume Lambro Meridionale con un bellissimo ponte in muratura costituito da sei slanciate arcate a tutto sesto, lungo circa un centinaio di metri. La costruzione fu terminata nel 1808 ed è unica nella zona per grandezza. Avvicinandoci alla muratura, possiamo anche notare come gli uomini di un tempo lavoravano con raffinato senso artistico anche strutture edificate al solo scopo funzionale, infatti, a tratti si conserva l'intonaco che ricopriva l'intero manufatto, questo intonaco era colorato con "terra rossa", ad imitazione del sottostante paramento murario in mattone; un lavoro "certosino" il finto mattone su calce, era addirittura eseguito con i letti di malta stilati e rifiniti con un righell0 (vedi foto di dettaglio). Purtroppo come al solito però, l'indifferenza è padrona di quest'epoca e, l'intera struttura presenta crepe abbastanza minacciose dove l'acqua del soprastante canale penetra, percolando sulla muratura che nel pieno dell'estate si ricopre di muschio ed erbusti e, nell'inverno congela, regalandoci delle splendide ma pericolose cascate di ghiaccio (vedi foto). Eppure non è dispendioso stuccare delle crepe, ma questa operazione viene eseguita assai di rado.

Il monumento sfida il tempo, impassibile con il suo incedere, l'uomo moderno lascia che sia e non guarda più con occhio attento, quasi che il sudore e la fatica degli uomini trascorsi non possiedano più valore.
Mauro Manfrinato

venerdì 28 gennaio 2011

Marzano (PV), l'antico molino medievale nella totale rovina


La struttura versa in grave pericolo di crollo, il tetto è in parte già crollato, dei due edifici gemelli posti sulle rive della roggia Uccella rimane soltanto ancora integro quello sulla sponda sinistra, poichè l'altro, posto sulla riva destra del corso d'acqua, è quasi del tutto crollato da vecchia data, vi sussiste allo stato attuale solo una parete perimetrale dove comunque è ancora in essere la ruota; questo edifico veniva utilizzato per ricavare olio di noce e di lino, con un frantoio in granito ancora conservato in situ parzialmente visibile tra rovi e sterpaglie. Le strutture comunque risalgono al 1475, come conferma la data scolpita in un blocco di granito incastonato in un pilastro dell'antica struttura di sinistra alla roggia, anche le misure del modulo dei mattoni ne confermano l'epoca. Nell'edifico di sinistra, anche se in grave stato di conservazione, ma tuttavia ancor integro, si può veder al suo interno la macina per il grano ed altri strumenti adibiti alla pilatura del riso. La struttura venne utilizzata sino agli anni settanta del secolo scorso, poi venne totalmente abbandonata. All'esterno la fabbrica architettonica come si può ben vedere dalle foto, conserva brani di muratura a vista stilata con malta di calce originale, ancora in buono stato conservativo e una finestrella strombata medievale, si notano poi altre aperture originali obliterate da un tamponamento in mattoni. Tutta la struttura è di proprietà privata. Questo monumento è stato recentemente segnalato alla Soprintendenza Architettonica.
Mauro Manfrinato

mercoledì 26 gennaio 2011

Lardirago, il ponte della Cascina dei Ragni rischia di crollare


Questo bellisimo manufatto di fine Settecento, edificato in sostituzione di un suo predecessore in legno fu edificato per raggiungere Cascina dei Ragni, già scomparsa da vecchia data. La struttura con un'ampia slanciata arcata rischia da molti anni di sfondarsi o crollare, in quanto il 90% del piano viabile soprastante in mattoni è stato eroso dal secolare transito dei mezzi agricoli. La proprietà è il Regio Collegio Ghislieri di Pavia. Se non si interviene con un rifacimento del piano d'uso in mattoni si rischia di perdere questo raro monumento sull'acqua, poichè si sfonderà. Per maggiori informazioni in merito a questo bellissimo manufatto si veda il testo del Geometra Guido Zanaboni, intitolato "Presenze antiche minori nella campagna pavese", ancora acquistabile presso il Collegio Geometri di Pavia.

domenica 23 gennaio 2011

Siziano, si distruggono anche gli edifici vincolati


In via Torretta esisteva una casetta rurale medievale di pianta rettangolare, disposta su due livelli e tetto a due falde rivestito da coppi. Questa casetta era di fine Trecento, ed è stata purtroppo demolita la prima settimana di settembre 2010. La struttura presentava all'esterno ancora quasi tutto il paramento murario a vista originale, si notavano inoltre una finestra e una porta medievale ad arco ribassato (vedi i particolari in foto). All'interno vi erano ancora tracce di intonaco medievale originario in malta di calce biancastra. Purtroppo le ruspe del cantiere edile l'hanno demolita senza troppi complimenti. Questa struttura inoltre in origine presentava una parte più alta di pianta quadrata che le conferiva l'aspetto di una torretta rurale colombaia; ma nel Tardo Ottocento il tetto fu portato tutto allo stesso livello durante l'ultima ristrutturazione, come denunciano le finestre rettangolari tipiche ottocentesche e i mattoni utilizzati per sistemare il muro sotto gronda. L'edificio storico benchè assediato da numerose palazzine era comunque ancora il segno distintivo della via. La struttura presentava un vincolo comunale che apriva la possibilità di un restauro conservativo, con tanto di elenco analitico delle opere ammissibili, ma evidentemente non interessava alla proprietà edile che ne ha fatto scempio commettendo un crimine. Speriamo almeno in una multa da parte dell'amministrazione comunale al cantiere.