giovedì 7 ottobre 2010

Un edificio preromanico sconosciuto nella campagna pavese


Nella piccolissima frazione Moriago di Giussago (PV), posta a circa 3 km in linea d'aria dalla splendida Certosa di Pavia, si trova una piccola chiesetta Alto medievale, citata anche in alcuni documenti del Trecento. Essa è posta su di un piccolo appezzamento di terreno leggermente rilevato, isolata rispetto alle case dell'antica frazione medievale. L'edificio sacro di impianto pre-romanico databile intorno al IX-X sec d. C è di piccole dimensioni con tetto a capanna. La struttura è di proprietà privata ma vi si celebrano occasionalmente ancora le funzioni religiose. Il tetto a capanna con copertura in coppi è stato risistemato di recente, i perimetrali sono eseguiti con la tecnica muraria a spina -pesce con riutilizzo di laterizi frammentati d'epoca romana, quali embrici in maggior quantità e mattoni sesquipedali, framm. di pavimentazione in cocciopesto, ceramica comune e ciottoli di fiume, tutti legati con malta di calce grigia e relativa finale stilatura, sempre in malta, dei laterizi. Nella struttura comunque si notano alcune modifiche, la chiesetta infatti è stata allungata di circa due metri riedificando il presbiterio; intervento molto probabilmente eseguito attorno al secolo XIII, la muratura è costituita da mattoni paramano con rigatura diagonale sulla superficie esterna. A questo periodo probabilmente sono da attribuire anche gli affreschi esterni che rivestivano gran parte delle pareti, ora visibili soltanto in alcuni frammenti conservati. L'ultimo intervento edilizio di ristrutturazione abbastanza consistente è stato eseguito nell'Ottocento con la modifica della porta originale, l'apertura di nuove finestre, l'edificazione di contrafforti di sostegno statico lungo il perimetrale destro; attaccato al retro della chiesa è stata inoltre aggunta una piccola stalla con soprastante fienile. Benchè modificata nel corso dei secoli, la struttura chiesastica in questione è molto probabilmente l'unica più antica del pavese orientale, sopravvissuta sino ad ora senza pesanti alterazioni "architettonico\estetiche", per questo meriterebbe molta attenzione da parte delle istituzioni preposte alla tutela e dell'amministrazione comunale competente. L'edificio inoltre non è mai stato studiato stratigraficamente e nemmeno è stato oggetto d'un serio restauro conservativo delle murature esterne e dei lacerti di affresco, che si presentano in uno stato di mediocre conservazione. Vista l'antichità del monumento sarebbe auspicabile un urgente intervento di tutela e conservazione totale.
Mauro Manfrinato.

martedì 5 ottobre 2010

Landriano (PV), il castello è in pericolo.


In Italia purtroppo è sempre più difficile restaurare i Beni Culturali a causa degli scarsissimi fondi elargiti dal governo, pensate che "lo Stato destina al settore Cultura appena lo 0,21 per cento del bilancio, solo 21 centesimi per ogni 100 euro spesi" (R. Ippolito, Il bel paese maltrattato, 2010). Intanto il degrado avanza inesorabile e la Nostra secolare cultura della conservazione si spegne. I privati possessori di edifici storici non sono molto aiutati con i finanziamenti, spesso poi molti di essi immotivatamente per ignoranza e indifferenza fanno decadere i loro patrimoni antichi sino alla loro distruzione. Il castello di Landriano di proprietà privata che più volte ho segnalato alla Soprintendenza Architettonica e ad altri enti competenti, sta degradando ulteriormente; infatti, da circa un mese la piccola falla nel tetto della facciata si è trasformata in una voragine della lunghezza approssimativa di almeno 4 metri. Se non si interviene almeno sul tetto, la struttura crollerà.

sabato 14 agosto 2010

Torre d'Arese (PV), il campanile della parrocchiale cade a pezzi.




La Parrocchiale fu edificata per volere della nobile famiglia degli Arese nel Seicento. Attualmente tutta la struttura necessiterebbe di interventi di restauro urgenti, ma come al solito mancano i soldi nell'ambito della conservazione dei Beni Culturali. Di recente dal cornicione del campanile si sono staccati grossi frammenti di intonaco in malta di calce originali, rovinando al suolo sulla pubblica via del paese; detto fatto è stato segnalato anche alla vicina stazione dei pompieri che sono tempestivamente accorsi per verificare. Tuttavia la via non è transennata e la struttura, in particolar modo la cella campanaria con apertura a bifore è in precario stato conservativo. Attualmente alcune campane non funzionan più nemmeno. Sarebbe duopo che parroco e sindaco, assieme a Curia e Soprintendenza attuino a tavolino un serio progetto di messa in sicurezza dello storico campanile, cercando di poter far partire un serio restauro della struttura.

mercoledì 16 giugno 2010

Torrevecchia Pia (PV), la cascina Guzzafame è in totale sfacelo

Lungo la ex statale 412 della Val Tidone proseguendo in direzione di Landriano (PV), alla destra dell'antica roggia Bolognina si trova la cinque-secentesca cascina Guzzafame. L'attuale impianto edilizio superstite è composto nella corte da una casa padronale di Tardo Ottocento estremamente riattata di recente, alcuni capannoni prefabbricati, rimesse moderne e lungo la roggia una fila di abitazioni coloniche, inglobanti parte di mura perimetrali della casa padronale cinque-secentesca originaria. Questi ultimi edifici sono gli unici dell'azienda più degni di nota storico-artistica, purtoppo anche i più gravemente pericolanti. Si notano comunque ancora due stemmi cardinalizi settecenteschi sulla facciata sud del fabbricato dove è posto il cancello d'ingresso alla cascina e sul retro dell'abitazione medesima una cornice barocca in stucco datata 1619, nel cui centro era affrescata una sacra immagine ora totalmente deteriorata. L'ottanta per cento dei tetti delle costruzioni è già cascato all'interno distruggendo oltremodo i piani pavimentali superiori e indebolendo i lunghi perimetrali. Prima o poi anche di questo inesediamento rurale non rimarrà che uno sbiadito ricordo; peccato.

Mauro Manfrinato.


martedì 15 giugno 2010

Lardirago (PV), la secentesca cascina Pasquarolo nella più totale rovina


Pasquarolo è una tipica cascina lombarda secentesca a pianta quadrata con corte centrale molto ampia, tutti gli edifici come le stalle, le case coloniche e la casa padronale sono in sfacelo, abbandonati all'inesorabile opera distruttrice del tempo poichè l'ente proprietario (Collegio Ghislieri di Pavia) non è interessato al mantenimento dei suoi immobili. Tuttavia tutti i corpi di fabbrica benchè alcuni molto compromessi, con un attento sudio e restauro sarebbero recuperabili; oserei dire che un agriturismo in un luogo così racchiuso e calmo, a pochi passi dalla strada provinciale, potrebbe essere un positivo pretesto se servisse per salvar l'antica cascina dalla sua totale rovina.

Mauro Manfrinato.

domenica 13 giugno 2010

Castello di Landriano (PV), un edificio d'enorme valore storico-artistico nel più totale abbandono

Vincolato dal 1956 il castello di Landriano ormai da nobile residenza di conti è diventato rifugio di topi e piccioni. Un edificio di notevole pregio archeologico, architettonico e artistico nel più totale abbandono. Il bene culturale è di proprietà privata e il medesimo proprietario non è interessato al mantenimento della struttura e la fa marcire nella più totale indifferenza. Mi chiedo a cosa possa servire un vincolo sull'immobile se poi non si fa nulla per cercar di mantenere il medesimo in uno stato di protezione restaurandolo. Il castello era adibito ad abitazioni in affitto sino ad una ventina d'anni fà, attualmente è inusufruito e gravemente pericolante in più parti. L'edificio fu costruito intorno al Mille, fu poi parzialmente distrutto e ovviamente modificato nei secoli numerose volte. La veste estetica attuale è quella di un poderoso palazzo signorile d'epoca settecentesca. All'interno conserva comunque numerosissimi affreschi della metà del Cinquecento e soffitti decorati dell'epoca medesima. I Taverna furono gli ultimi veri nobili possessori della residenza, questi comperarono nel Cinquecento la fabbrica architettonica dalla nobile famiglia Landriani che possedeva la costruzione sino dal Medioevo. I Taverna, ad ogni modo, apportarono abbellimenti e modifiche fino al primo decennio dell'Ottocento, poi il castello passò in più mani di privati che trascurarono la costruzione, regalandoci alla vista un edificio gravemente decadente. Non aggiungo altro, le immagini fanno il resto.

Mauro Manfrinato.

sabato 12 giugno 2010

Vidigulfo (PV), "Piano Casa" al 100%, si chiede conferma all'amministrazione comunale di tutelare l'edilizia medievale

Articolo della Provincia Pavese, 16 ottobre 2009. Dopo l'articolo apparso sempre sulla Provincia Pavese in merito all'utilizzo totale della legge "Piano Casa", invio una segnalazione alla Soprintendenza dei Beni Architettonici e chiedo chiarimenti al sindaco, il quale mi rassicura di tutelare diversi edifici storici benchè non ancora vincolati inserendoli nel PGT come aree di interesse storico da tutelare. Vidigulfo in fatto d'edilizia antica d'epoca medievale è ricchissimo, purtroppo la maggioranza degli edifici si trova però abbandonata o in grave stato di degrado. Speriamo nel buon senso dell'amministrazione, anche se è ovvio non abbassare la guardia; del resto i piccoli comuni ridotti al collasso in merito di finanziamenti economici trovano appetibili gli oneri d'urbanizzazione e, gli speculatori sono un esercito fuori controllo.

Mauro Manfrinato.

Il "Piano Casa", un boom d'abusi edilizi e demolizioni indiscriminate? Staremo a vedere.

Articolo della Provincia Pavese del 13 ottobre 2009 inerente il "Piano Casa", alcuni comuni del pavese orientale approvano la legge con limitazioni tutelando il centro storico, altri paesi adottano invece la legge "Piano Casa" totalmente, comprendendo anche il centro storico. Fatto grave, in quanto tutti gli edifici non vincolati possono essere modificati se non addirittura demoliti. Il problema è che il 90% dei tessuti storici non è vincolato al di fuori della chiesa o di qualche costruzione; ciò significa che se ci fosse ad esempio una torre colombaia del Quattrocento non vincolata questa potrebbe essere abbattuta. Una legge scempio che si beffa della tutela del Patrimonio in gran parte latente e sconosciuto, speriamo nel buon senso degli amministratori comunali; tuttavia è indubbio stare comunque in allerta ad oltranza.

Mauro Manfrinato.

venerdì 11 giugno 2010

San Genesio ed Uniti (PV), l'amministrazione comunale decreta l'abbattimento di case settecentesche nel centro abitato

Articolo del quotidiano La Provincia Pavese, 11 ottobre 2009. Gli edifici storici d'epoca sette-ottocentesca sorgono nel centro abitato di San Genesio, essi sono stati edificiati sull'allineamento della scomparsa mura di cinta del parco vecchio visconteo di Pavia. Purtroppo vi è il rischio d'abbattimento per l'edificazione di costruzioni moderne, totalmente fuori contesto urbanistico. L'opposizione comunale eseguì una raccolta di firme. Allo stato attuale gli edifici sebbene abbandonati in parte, non sono stati ancora abbattuti. La questione è stata segnalata in Regione Lombardia e alla Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Pesaggio.

Mauro Manfrinato.

La Soprintendenza effettua sopraluoghi agli edifici antichi a rischio

Articolo del quotidiano La provincia Pavese del 2 luglio 2009. Dopo ripetute segnalazioni, la Soprintendenza dei Beni Architettonici visiona gli edifici antichi segnalati stilando un resoconto di grave degrado dell'edilizia storica, nella fascia territoriale del pavese orientale.

Mauro Manfrinato.

giovedì 10 giugno 2010

Vidigulfo (PV), viene distrutta totalmente una splendida cascina lombarda

Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 5 novembre 2008. Un crimine, indubbiamente un crimine, la demolizione totale della cascina Gandina. Non rimane più nulla di essa, soltanto il ricordo e qualche sgualcita immagine; ma probabilmente a pochi importa. Tutte le strutture sei-settecentesche sono state abbattute, anche la torre di pianta lombarda del Quattrocento, (foto a destra, prima della sua imminente demolizione) uno scempio immane. Ora stanno sorgendo appartamenti in mezzo alla campagna; questo è quanto accade nel pavese.

Mauro Manfrinato.

Castel Lambro, durante i restauri della Chiesa quattrocentesca di S. Stefano le ruspe distruggono tombe medievali

Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 27 luglio 2008. La sera del 24 luglio affacciatomi alla recinzione del cantiere della chiesa di S. Stefano Protomartire, ubicata alla fraz. Castel Lambro di Marzano (PV), scorgevo sulla superficie del terreno perimetri murari rettangolari di tombe in cassa di laterizi d'epoca presumibilmente Basso medievale. Queste ultime erano venute alla luce nel pomeriggio del giorno medesimo in quanto gli operai del cantiere (la chiesa era in fase di restauro) avevano rimosso i gradini in granito del protiro d'ingresso. Purtroppo nonostante una tempestiva segnalazione alla Soprintendenza competente non è stato possibile intervenir per salvaguardare i resti venuti alla luce; la mattina seguente, infatti, la ruspa scavava per gettare il cordolo in cemento armato di consolidamento esterno delle fondazioni dell'edificio chiesastico, demolendo totalmente le suddette tombe medievali. L'interevento della stampa locale è stato utile per portare alla ribaltà della cronaca anche questo fatto increscioso di danneggiamento al Patrimonio culturale.

Mauro Manfrinato.

mercoledì 9 giugno 2010

Marzano (PV) si abbatte l'antica cascina De Frati

Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 21 giugno 2008. La cascina De Frati edificata sul finire del Cinquecento fu ampliata tra sei e Settecento. Le strutture delle stalle e delle case coloniche erano tutte recuperabili, un intervento conservativo le avrebbe senz'altro salvate e rese fruibili ricavandoci pregevoli abitazioni. Quasi tutto ora è stato abbattuto e ricostruito nel medesimo posto in stile simil antico.

Mauro Manfrinato.

Vidigulfo (PV) un grande patrimonio latente e non studiato d'edilizia antica va in rovina.

Articolo del quotidiano La Provincia Pavese del 7 ag. 2007, allo stato attuale (giu. 10) l'edificio trecentesco posto nel cetnro abitato con archi a sesto acuto di proprietà privata è ancora nel più totale abbandono, mentre la lunga casa che conservava la muratura perimetrale stilata d'epoca quattrocentesca è stata totalmente abbattuta. Ora è stata ricostruita con gli stessi volumi e, il rivestimento della facciata esterna è stato eseguito utilizzando gli antichi mattoni. Paradossale abbattere la storia materiale per ricostruire le fabbriche edilizie ex novo come l'antica. Discipline d'ignoranza, stoltezza e sopra ogni cosa speculazione, nel giardino dell'abbattuta casa stanno infatti sorgendo degli appartamenti.

Mauro Manfrinato.

martedì 8 giugno 2010

La cascina Gioiello di Ceranova (PV), un bene storico rurale in abbandono.

L'articolo nell'immagine è stato tratto dal giornale La Provincia Pavese, anno 2005. Utilizzare la pubblica stampa per portare alla luce la problematica del degrado del nostro patrimonio monumentale antico è importante.

Mauro Manfrinato.

lunedì 7 giugno 2010

CULTURA DELLA CONSERVAZIONE IN PERICOLO NEL PAVESE. Il degrado avanza.


Nell’articolo 9 della Costituzione italiana vi è scritto che la Repubblica tutela il paesaggio storico/artistico della Nazione.
Molto spesso si assiste invece ad un generalizzato degrado del Patrimonio monumentale antico. Le cause di questo regresso culturale sono molteplici, come la paradossale legge sul condono edilizio, la sanatoria degli illeciti in materia paesistica e lo scarso personale scientifico assunto nelle varie soprintendenze. Queste leggi sono spesso in favore di speculatori furbi senza scrupoli, totalmente indifferenti sul piano della cultura della conservazione; basta tirar su una decina di appartamenti in un fazzoletto di terra intanto il comune compiacente guadagna in oneri edilizi a scapito della storia materiale.
Spesso l’edilizia storica disseminata nei piccoli centri viene definita superficialmente “minore” ma non lo è affatto; essa è segno dell’identità storica stratificatasi nel territorio, un insieme d’arte, architettura, storia e archeologia inscindibile e per questo va tutelata e non distrutta senza nemmeno documentarla.
Quante cascine segno della civiltà contadina, ad esempio, già sono state demolite nel territorio, quando potevano esser benissimo restaurate o ristrutturate. Torri colombaie del Quattrocento e edifici medievali che celano affreschi lasciati in abbandono dai proprietari, invece, se recuperati sarebbero il fiore all’occhiello di un territorio ricchissimo di testimonianze storiche. La mancanza di persone che abbiano un più ampio sguardo porta solamente conseguenze negative, di fatto qui si sta mettendo a rischio la nostra secolare cultura della conservazione. Occorre quindi una battaglia civile ed ogni libero cittadino può nel suo piccolo, segnalando gli scempi e gli abbandoni agli enti di tutela competenti. Tuttavia non è mai abbastanza, vista la furba possibilità di aggirare le leggi sulla conservazione del Patrimonio. Servono inoltre leggi nuove e fondi finanziari più marcati nel settore cultura. Lanciare comunque un sasso nello stagno per attirar l'attenzione di enti pubblici e privati è sempre utile, perchè non è giusto distruggere gli inalienabili valori della nostra memoria storica.

Mauro Manfrinato.